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Cinta e Cemento

Se alzi un muro pensa a cosa lasci fuori (Italo Calvino)

In un'Europa smarrita e silente è tornato a soffiare forte il vento del nazionalismo, oggi spudorato e sempre più marcato. Si assiste così alla rinascita del concetto di Stato-Nazione, inteso come unica risposta all'epocale minaccia di questo esodo migratorio. In quest'ottica viene proposta da più parti la costruzione e l'innalzamento di nuovi muri, di frontiere solide sempre più chiuse ed invalicabili. In queste nuove forme di nazionalismo si annida una profonda mancanza di solidarietà, una visione utilitaristica che non prospetta mai soluzioni, ma solo diffidenza e scetticismo.
Questo progetto definisce, percorrendo tratti della cinta muraria romana di Aosta, attraverso una sorta di viaggio personale, quello che il muro è fisicamente e come può essere percepito interiormente da ognuno di noi.In questo senso la cinta muraria diventa un non-luogo, un archetipo dove le immagini si prestano a focalizzare l'attenzione sui temi d'attualità. Partendo dall'idea di muro e quindi di distanza da qualcosa che ci viene negato, il progetto vuole far riflettere sul concetto di confine ed invitare alla ricerca di quello spazio libero che corre inevitabilmente tra noi e l'altro.