Cartoline dal Villaggio Dora
Cartoline dal Villaggio Dora è un progetto di ricerca sui cambiamenti e le trasformazioni degli spazi e dei luoghi ed una riflessione sul senso di Comunità in un quartiere alle porte di Aosta che ha da poco superato cinquant'anni. Iniziando il lavoro mi sono domandato che cosa fosse cambiato dalla nascita del quartiere ad oggi: "Nulla" è stata la risposta.Ovviamente l'urbanizzazione e il paesaggio sociale si sono dilatati, crescendo in maniera del tutto autonoma e slegata, senza tener conto degli interessi di socializzazione e coabitazione dei residenti e delle politiche di governabilità del territorio. E allora, in questi cinquant'anni, qual'è stato il "legante"? Le persone. Sono loro che creano la Comunità perchè essa nasce e sopravvive nel locale, nell'ambito in cui si è nati, ci si è formati e dove si mantengono i legami forti, gli affetti, la cultura. Questo mi ha portato nelle case a sfogliare gli album di famiglia, a "rovistare"nelle vecchie scatole colme di immagini della cosiddetta fotografia intima, quella fotografia che in genere immortala i momenti simbolici della vita familiare, i momenti in cui vogliamo dimostrare il nostro riconoscimento dei legami affettivi e dei successi in società. Questi sono attimi che vogliamo conservare, sia come emozione che come immagine.Il progetto si sviluppa costruendo una continua dicotomia tra passato e presente unendo l'alfa e l'omega della storia alternando in montaggio gli spazi ed i ritratti in maniera che essi non siano più in contrapposizione tra loro ma diventino un soggetto unico e dialogante perché non ci può essere urbanizzazione senza l'uomo ed esso deve essere parte attiva nei processi di trasformazione del proprio territorio.
Cartoline dal Villaggio Dora è un progetto di ricerca sui cambiamenti e le trasformazioni degli spazi e dei luoghi ed una riflessione sul senso di Comunità in un quartiere alle porte di Aosta che ha da poco superato cinquant'anni. Iniziando il lavoro mi sono domandato che cosa fosse cambiato dalla nascita del quartiere ad oggi: "Nulla" è stata la risposta.Ovviamente l'urbanizzazione e il paesaggio sociale si sono dilatati, crescendo in maniera del tutto autonoma e slegata, senza tener conto degli interessi di socializzazione e coabitazione dei residenti e delle politiche di governabilità del territorio. E allora, in questi cinquant'anni, qual'è stato il "legante"? Le persone. Sono loro che creano la Comunità perchè essa nasce e sopravvive nel locale, nell'ambito in cui si è nati, ci si è formati e dove si mantengono i legami forti, gli affetti, la cultura. Questo mi ha portato nelle case a sfogliare gli album di famiglia, a "rovistare"nelle vecchie scatole colme di immagini della cosiddetta fotografia intima, quella fotografia che in genere immortala i momenti simbolici della vita familiare, i momenti in cui vogliamo dimostrare il nostro riconoscimento dei legami affettivi e dei successi in società. Questi sono attimi che vogliamo conservare, sia come emozione che come immagine.Il progetto si sviluppa costruendo una continua dicotomia tra passato e presente unendo l'alfa e l'omega della storia alternando in montaggio gli spazi ed i ritratti in maniera che essi non siano più in contrapposizione tra loro ma diventino un soggetto unico e dialogante perché non ci può essere urbanizzazione senza l'uomo ed esso deve essere parte attiva nei processi di trasformazione del proprio territorio.